Mindfulness: come raggiungerla intagliando il legno
Spesso, nei miei articoli, ho abbinato le parole meditazione e zen parlando di whittling. Quando mi sono avvicinata al mondo dell’intaglio ovviamente non avevo consapevolezza, ma in qualche modo lei ha trovato me.
Come ci aveva descritto in maniera perfetta e senza filtri Loeffel Suse nel suo articolo, quando trovi un’attività che davvero ti coinvolge mente e spirito ti dimentichi di tutto, soprattutto dei tuoi problemi. Ma forse molti di voi non conoscono questa parola: Mindfulness e la filosofia che ne è alla base, quindi facciamo un piccolo passo indietro.
Cos’è la mindfulness
“Con mindfulness si intende un’attitudine che si coltiva attraverso una pratica di meditazione sviluppata a partire dai precetti del buddismo (ma scevra della componente religiosa) e volta a portare l’attenzione del soggetto in maniera non giudicante verso il momento presente. Diversi protocolli di trattamento psicologico basati su tale tecnica meditativa sono stati sviluppati e validati in ambito clinico, dove hanno mostrato benefici significativi per il trattamento di diverse patologie psicologiche…”
Fonte Wikipedia, l’enciclopedia libera
Certo riuscire a parlare di Zen, mindfulness, meditazione, perfino buddismo in un blog di whittling può sembrare estremo. Ma non avete idea invece di quanto sia strettamente correlato e in questo articolo cercherò di dimostrarvelo.
Diciamo che, di solito, quando le persone si avvicinano a questo genere di pratiche, le motivazioni sono diverse, ma di base c’è una grande volontà nel voler cambiare aspetti di se stessi e della propria vita che si percepiscono come ingombranti, sbagliati o perfino dannosi.
Più comunemente ci si avvicina a queste filosofie orientali passando attraverso la pratica dello yoga e la meditazione che sono spesso molto collegate. Ma se torniamo al vero punto di partenza, il whittling non sarà certo yoga, ma di sicuro è meditazione! Non ne siete convinti? Vediamo…
Cos’è la meditazione
“La meditazione (dal latino meditatio, riflessione) è, in generale, una pratica che si utilizza per raggiungere una maggiore padronanza delle attività della mente, in modo che questa divenga capace di concentrarsi su un solo pensiero, su un concetto elevato, o un preciso elemento della realtà, cessando il suo usuale chiacchierio di sottofondo e divenendo assolutamente acquietata, pacifica. Affine alla meditazione è la contemplazione, con la quale si intende la capacità di lasciar riposare la mente nel suo stato naturale. È una pratica volta quindi all’auto-realizzazione, che può avere uno scopo religioso, spirituale, filosofico, o in vista di un miglioramento delle condizioni psicofisiche.”
Fonte Wikipedia, l’enciclopedia libera
Forse avete l’idea che la meditazione sia una pratica che per forza vada fatta seduti in una posizione non proprio comodissima, magari al buio, con gli occhi chiusi, dopo la pratica dello yoga, o che dobbiate fare chissà che altra stramberia. Ma non è così, questi sono solo alcuni dei metodi possibili.
Quando vi avvicinate all’idea di un progetto che cosa fate? Vi concentrate su un unico pensiero, vedete il progetto nella mente, lo vedete realizzato e pensate a come arrivare al vostro risultato finale. E questa è meditazione! Avete fermato per un’attimo il chiacchiericcio interiore della vostra mente, totalmente assorti ad un solo pensiero.
Quando poi incominciamo ad intagliare che succede? Assecondiamo un istinto, ti ritrovi affondare un coltello nel legno, lasciarti andare, non pensare più a nulla, solo goderti l’attimo del presente. Una lama che scorre e produce un sacco di scaglie di legno. Nelle tue mani qualcosa che prima aveva una forma, improvvisamente questa cambia, a volte cambia perfino il colore e, anche se ne sei sorpreso, sei stato tu a dare vita a questo cambiamento. E questa è mindfulness!
Il solo fatto di trovarvi impegnati nella concentrazione, prestando la massima attenzione nel non rovinare il pezzo con gesti azzardati o semplicemente facendo attenzione al non ferirsi è un chiaro esempio del qui e ora, l’unico momento realmente esistente e importante per la nostra vita.
La consapevolezza
Quando ci si rende conto di queste cose si rimane un po’ sconcertati, o almeno questa è stata la mia prima reazione. Spesso si crede che per essere felici ci voglia chissà quale pratica e chissà quale fatica, mentre invece è tutto molto più semplice. Basterebbe un solo momento per aprire questo varco, e una volta capito il meccanismo non rimane che cercare di dilatare questo momento verso l’infinito.
Certo vedere la propria vita dall’esterno non è facile, come non è facile realizzare quanto abbiamo bisogno di un cambiamento quando siamo così invischiati nella vita di tutti i giorni presi tra mille fuochi: impegni, preoccupazioni, e tutte le dannate cose a cui non possiamo dire no. Ma più o meno tutti cercano una valvola di sfogo e come vi sto dimostrando, questa attitudine in particolare, la mindfulness, vi aiuta a mantenere in salute il vostro equilibrio psichico.
Senza nemmeno rendercene conto abbiamo davanti la consapevolezza che quello che vi sto dicendo è vero. Ripensate all’articolo di Susanne che vi ho citato all’inizio: dice “intagliare cucchiai mi ha salvato la vita”, Cousin Jack Carves nella sua intervista racconta dalle sue esperienze che i ragazzi problematici che seguiva come tutor venivano impegnati in attività costruttive come l’intaglio del legno.
E non solo! Intagliare aumenta la propria autostima, la padronanza, lo stupore fino al calmare la mente, citando l’intervista di Home Wood Spirit: “intagliare è un passatempo divertente e creativo che ci dona ore di tempo ben speso”, per noi stessi e per chi può beneficiare della nostra arte”.
L’esperienza nella mindfulness
Potrei dirvi che guardando ogni intagliatore, come lavora, come affronta i progetti, si può capire moltissimo della persona dietro al coltello. Per questo motivo è difficile dire ad un beginner come organizzare l’inizio di un progetto. Quello che vediamo nei tutorial è solo come il professionista affronta “il problema”. Ci sono certamente tecnicismi che vanno imparati per avere solide basi, ma poi ogni persona elabora la propria teoria su come procedere. Quello è il vero momento in cui bisogna lasciarsi andare e seguire, a costo di sbagliare, il proprio istinto.
Si può intagliare senza fare calcoli della superficie del legno, senza disegno, senza fare o avere un modello in argilla del soggetto. Provate almeno una volta a lasciarvi andare a non pensare al risultato, e magari vi troverete nelle parole di Johann Wolfgang von Goethe:
In questo modo creerete l’esperienza, non penso ci sia un miglior modo per crescere che l’esperienza diretta. Solo passando attraverso le difficoltà possiamo pensare ad una soluzione, o scoprire che la soluzione trovata non era quella giusta.
Bisogna essere pronti a tutto, mettersi in gioco. Personalmente ho creato le figure più belle e di cui vado più fiera, tipo il mio Stregatto, che sono nate semplicemente usando un coltello sul legno. Lo stupore che mi assale ogni volta che vedo questa foto è l’emozione più impagabile. In quel momento raggiungo quel moto di orgoglio, quell’istante di felicità tanto bramato.
Gli errori
Ma come la vita, anche l’intaglio del legno non è sempre facile o sempre bello. Ci sono momenti, purtroppo molti, in cui cado in uno stato di buio. Nel quale non sono abbastanza di qualsiasi cosa. Principalmente non sono abbastanza brava a disegnare, a intagliare, a farmi venire una buona idea. Quando non sono io la colpa di me stessa, sono gli strumenti, non sono abbastanza buoni, affilati, adeguati, o sono pochi e ne ho bisogno di molti di più ma non me li posso permettere…
In quel momento sono bravissima in una cosa sola. A piangermi addosso. E lasciatemelo dire, sono una vera maestra nell’inventare scuse! A volte anche accorate, inattaccabili, complicate e genialmente perfette. Ma quello che ho capito dopo aver approfondito il discorso della mindfulness è che queste non sono altro che una cosa. Scuse.
Il tempo che perdo a inventarmi scuse sulla mia inadeguatezza, è tempo che levo alla mia vita, ai miei progetti. E’ tempo che levo a quell’istinto naturale della felicità che è quello che ci fa perseverare. Le scuse non servono a nessuno. Tanto meno a noi stessi.
Si sbaglia, ma si sbaglia tutti. Pensate che il vostro idolo su Instagram o su Youtube non sbagli mai? Che non abbia a sua volta incontrato periodi di buio? Lo ha fatto esattamente come voi, come me. Ma credete che sbagliare sia un male?
Io pensavo sinceramente di si. Mi accorgo di essere quasi ossessionata dalla perfezione a volte, quando sono in quei momenti tutto mi va storto e tutto va nella maniera meno perfetta che possa esistere. La pressione che mi pongo nella ricerca della perfezione mi spinge a sbagliare. Quindi ora, posso convenire che la perfezione non esiste. Quando me ne rendo conto cado in ginocchio, in maniera piuttosto dolorosa. E inizio ad accampare scuse di non essere stata in grado di raggiungerla.
Lo riuscite a capire quanto è dannoso per noi, la nostra salute e per la nostra arte? Non vi siete mai chiesti come mai risolvendo un problema alla volta, e badate bene, preoccupandovene solo quando realmente si presenta, la soddisfazione aumenti?
Ci siamo dimostrati, abbattendo la paura, che in realtà siamo capaci di tutto. E che quando non raggiungiamo l’obiettivo è perché ci siamo presi troppo sul serio, ci siamo buttati addosso troppa pressione. E nulla come queste cose sono in grado di abbattere i nostri desideri e allontanarci dalla perfezione.
Così, anche grazie alla mindfulness, sono arrivata a capire che la perfezione sta nelle imperfezioni. Le cose fatte a mano sono così incredibilmente belle perché sono imperfette, e come tali, uniche, come noi! Il momento di buio, l’errore, non sono una cosa negativa. Togliendo la paura dall’equazione, lo sbaglio è il momento perfetto per insegnarci qualcosa.
Da ogni errore nasce un insegnamento. Da ogni problema nasce una, o infinite, soluzioni. Non lo avremmo mai visto, capito, sperimentato, se non fosse accaduto, e se in quel momento non fossimo stati nel qui ed ora.
Quindi raccogliamo la sfida, hai fallito? Ora andrà meglio! Non perderti d’animo mai. Dentro ognuno di noi c’è la magia, la luce, la felicità. Ora che ho aiutato me stessa e voi ad esserne più consapevoli, non posso che augurarvi buon mindfulness e salutarvi con la parola Namaste (mi inchino alla divinità che è in te), che la felicità sia con voi! 🙏🏻
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Non ho mai chiamato mindfulness il mio (povero) intagliare legno, ma ‘momento zen’ o ‘meditazione’ sì, e pure spesso.
Ho ripostato proprio ieri su Facebook un ricordo di un anno fa: durante il primo lockdown, dopo un evento particolarmente brutto, mi sono seduto e ho intagliato il mio primo cucchiaio di legno dall’inizio alla fine. Avevo raccolto proprio a tale scopo un pezzo di legno
nel bosco parecchio tempo prima e, come mille altre volte, l’avevo lasciato nel dimenticatoio.
Realizzare un cucchiaio è un sogno che portavo avanti da quando ero ragazzo, ma per un motivo o per l’altro non l’avevo mai realizzato.
Bhe, alla fine di quel modesto lavoro mi sono sentito
rigenerato, rasserenato. Quel momento di assoluta dedizione era esattamente ciò di cui avevo bisogno, mi
ha fatto bene.
Riguardo al tuo consiglio di prendere coltello, legno e partire liberamente ad intagliare, mi permetto di postare qui il link ad un video su YouTube che a suo
tempo mi aveva affascinato:
https://youtu.be/5J0f_PVY_og
Grazie per questo articolo!
Grazie Diego per il tuo bellissimo commento e la tua preziosa testimonianza!