L’intramontabile fascino delle
navi in bottiglia
Ben ritrovati a tutti, come sono andate le vostre feste? Spero tutto bene e che i regali intagliati da voi abbiano fatto il furore che meritano! Oggi volevo parlarvi di qualcosa di speciale, capace di catturare l’attenzione di tutti, dai grandi ai piccini, la precisa arte delle navi in bottiglia.
Avere la possibilità di vedere una nave in bottiglia da vicino lascia esterrefatti. Te la rigiri nelle mani e la guardi da ogni angolazione possibile. E’ perfetta, è bellissima e ricca di dettagli. La nave occupa il suo spazio all’interno della bottiglia in maniera uniforme, tutto quadra, almeno fino a quando non cade l’occhio sul collo della bottiglia. Bello, sottile, lungo… ma come ha fatto la nave ad entrare nella bottiglia?!
Questa penso sia la domanda che tutti si pongono, indipendentemente dalla bellezza della nave, sicuramente questo è il fascino principale che muove l’interesse per questi oggetti retrò.
La navigazione è di per se una cosa affascinante. Nonostante ci siano precise leggi fisiche e innumerevoli studi che possono facilmente spiegare come una nave può galleggiare, a guardarla così semplicemente, quasi con gli occhi di un bambino, è un miracolo che oggetti grandi come un palazzo, in metallo, pieni di migliaia di persone, possano solcare i mari con una simile leggiadria.
Un passo nella storia
Pare che la prima testimonianza della costruzione di un’imbarcazione risalga all’anno 4000 avanti Cristo, ad opera degli Egizi, che ne avevano costruita una utilizzando delle lunghe canne. Dopo questa prima barca, la storia ci narra di una progressione nelle tecniche di costruzione e nei materiali.
L’indiscussa utilità delle imbarcazioni come mezzo di trasporto di cose e persone ha contribuito al fatto che si sviluppassero natanti di diverse forme e dimensioni. Le più grandi culture della storia hanno partecipato a gettare le basi di un’ingegneria navale che viene utilizzata ancora oggi!
Come abbiamo visto gli Egizi, come i Greci e i Romani, hanno una parte importante, ma ci sono stati popoli come i Fenici (1200 a.C.) che hanno basato sulla tutto sulla navigazione. Furono in grado di commerciare con tutti i popoli del Mar Mediterraneo e per primi essere in grado di circumnavigare l’Africa usando navi fatte in legno di cedro estremamente robuste e capienti per i loro traffici.
Più tardi, altri popoli come i Vichinghi (800 d.C) con le loro lunghe e slanciate imbarcazioni, scesero dalla Scandinavia in cerca di territori da colonizzare e furono in grado di raggiungere la Grecia, la Russia e perfino toccare le coste americane (Canada) ben prima del noto Cristoforo Colombo!
Nel 1824 fu costruita la prima nave in ferro, in Inghilterra. Fu una vera e propria rivoluzione, che cambiò per sempre il modo di costruire e concepire le navi.
La tradizione marinaresca però, fu tenuta in piedi niente meno che dai marinai che costruivano di tutto nei loro lunghi viaggi lontani da casa. Infatti pare che intorno al 1800 siano apparse, ad opera loro, le prime navi in bottiglia.
I marinai utilizzavano tutto quanto erano in grado di trovare sulla nave: da pezzi di casse in legno, alle cime rotte, a volte utilizzando per fare gli scafi, anche ossa di balena.
Pur non essendoci una precisa datazione riguardo le prime navi in bottiglia, il periodo storico del diciannovesimo secolo è verosimile, in quanto, prima di quegli anni le case produttrici di liquori non prestavano molta attenzione all’estetica e al design della bottiglia, e non erano quindi compatibili con l’inserimento di una nave al loro interno, per via dei colli o i fondi troppo stretti.
E qui torniamo al punto di partenza, ma come è entrata quella nave in quella bottiglia?!
Sveliamo il segreto!
Negli anni, ogni volta che mi sono imbattuta in una nave in bottiglia ho fatto le più svariate ipotesi:
- E’ una bottiglia speciale, che solo chi si occupa delle miniature sa dove reperirla 🤨
- Forse è una bottiglia creata apposta con un buco nel corpo dalla parte opposta a dove la si guarda 🧐
- E’ una bottiglia con il fondo tagliato, dopo l’inserimento lo incollano 🤔
- La nave la fanno passare dal collo della bottiglia 🤨🧐🤔🤯
Poi un giorno, finalmente la mia curiosità ha avuto pane per i suoi denti! Ho conosciuto Manuel Pinto, un ragazzo appassionato di intaglio e con la fissa delle navi in bottiglia. Per diverso tempo si è dedicato all’intaglio degli “Hillbilly“, simpatiche caricature contadine.
Poi ha incominciato a fondere gli hillbilly con figure di marinai
per finire folgorato dalla sua nuova passione e dedicarsi interamente alle navi in bottiglia. Così ho chiesto a lui di fare finalmente luce sul mistero!
Ebbene si, la nave passa per il collo della bottiglia… 😳😱 L’ipotesi che sembrava la più strampalata è la cruda verità! Confermata dal creatore di queste meraviglie…
Manuel ama le frasi ad impatto, come ama la precisione e la costanza nel migliorarsi sempre di più. E’ uno studioso, una persona attenta e scrupolosa e credo che siano tutte qualità non solo importanti, ma anche necessarie se si vuole intraprendere la strada di provare a crearsi la propria nave in bottiglia.
Come procedere
Per prima cosa, non solo bisogna scegliere la nave che si vuole fare e già qui tra: goletta, vascello, galeone, caravella, brigantino, ecc. già c’è da sbizzarrirsi, ma la cosa principale da ricordare è:
Non è il modello che sceglie la bottiglia, ma la bottiglia che sceglie il modello
Quasi alla Harry Potter e la scelta della bacchetta magica, sembra una banalità ma non lo è. Un errore già in fase di programmazione porta non, ad avere un lavoro impreciso, come spesso può capitare, ed essere comunque accettato quando si intaglia, ma bensì al buttare via l’intero progetto.
Eh si, se non si calcola bene lo spazio a disposizione all’interno della bottiglia, o ancor peggio del collo della bottiglia, si resta con un modellino che starà a guardare solo da fuori la sua bottiglia senza mai avere la possibilità di entrarci dentro!
Per questo Manuel parla di piani costruttivi, che sono i disegni tecnici presi dall’alto, dal fronte, dal basso… Questo è l’inizio. In base a questo piano puoi capire le dimensioni della nave che stai andando a sviluppare, seppur in scala. Alcune navi hanno alberi maestri più alti di altre, o scafi più pronunciati e larghi, e sono tutte le cose che bisogna tenere in considerazione, bottiglia, e soprattutto, misure alla mano.
Una volta passato questo scoglio, ed è giusto il caso di dirlo! 😂😂😂 piano costruttivo alla mano si incomincia a creare, rigorosamente all’esterno della bottiglia, la nave vera e propria. Stiamo parlando di pezzi che hanno anche la dimensione di alcuni millimetri, se si considera che uno scafo è più o meno 7 – 10cm di lunghezza per 1 – 3cm di larghezza!! 😱🤯
Una volta creato lo scafo e le sue finiture si procede creando un sistema che combina gli alberi e le vele. Questa è una parte squisitamente tecnica e serve a fare in modo che durante il passaggio della nave completa nell collo, tutto sia appiattito, ma che una volta all’interno, tramite un cavo collegato al sistema, si possano tirare su le vele e gli alberi in posizione eretta.
Effettuate le prove del caso, di dimensioni e di movimento degli alberi, si può passare a definire l’interno della bottiglia e decorarla con mare, scogli, fari, qualsiasi cosa che la fantasia ci suggerisce.
Questo, dopo aver fatto tutta la costruzione della millimetrica nave sembra la parte più facile. Peccato che bisogna sempre considerare che ogni cosa che va all’interno della pancia della bottiglia deve passare per quel dannato collo, ragazzi ammettiamolo, non guarderemo mai più le bottiglie di birra con gli stessi occhi! 😂🤣😂
Manuel fa i suoi sfondi con la plastilina, combinata con ovatta per dare l’effetto della spuma del mare, ma si possono usare altri materiali come la resina epossidica. Tutto questo, spalmato, modellato, piazzato nella bottiglia a considerevole distanza. Per questo il nostro paziente creatore di navi in bottiglia, si è creato strumenti personali, adattando oggetti di uso comune ai suoi scopi.
Con lunghe e sottili pinzette si procede alla sistemazione dello scenario marino e per ultimo, in mezzo a molte preghiere 😇, si procede all’inserimento della nave. Si tira la corda e gli alberi si sollevano, mostrando le vele spiegate. Si rimuove la cordicella si chiude la bottiglia con un bel tappo di sughero e voilà! Il capolavoro è fatto!
Fatta eccezione per tutte le imbarcazioni che per dimensioni non riescono a passare il collo della bottiglia, si può imbottigliare di tutto seguendo questo metodo! E come potete apprezzare dalle foto l’effetto è stupefacente!
Questa arte, quasi al pari del fan-carving è poco diffusa per via della difficoltà di esecuzione. Non è un lavoro per tutti di saper maneggiare e creare oggetti millimetrici con precisione da orologiaio svizzero. Per quel che mi riguarda è tranquillamente proibitivo! 😵
Ma per chi fosse interessato a cimentarsi il nostro @iltimoneinbottiglia, Manuel, suggerisce i libri che gli hanno aperto la strada, entrambe scritti dal Capitano Dan Berg. Si tratta di: Build a ship in a bottle e Shipwreck in a bottle.
Questo, come vi ho detto non basta, ci vuole passione, e tanta. Bisogna studiare le parti che compongono le navi, disegnarsi i piani costruttivi che sono praticamente introvabili e poi avere pazienza, occhio e ingegno per la costruzione. Un mix letale che conferma il perché questa sia un arte in mano a pochi.
Per fortuna il mio lavoro è solo parlarne, e mettere a conoscenza più persone che posso per fare in modo che questa passione non vada perduta. Anzi, che sia più conosciuta ed apprezzata in ogni parte del mondo.
Tornare per un attimo bambini guardando quella nave all’interno di quella bottiglia, vi assicuro che è una cosa che davvero non ha prezzo! Grazie Manuel del tuo lavoro, e di averci messo a conoscenza del grande mistero che continua ad affascinare dopo ben 2 secoli di navigazione in bottiglia!
Attenzione, tutte le foto di questo articolo sono di proprietà di
Manuel Pinto (@hillmanny e @iltimoneinbottiglia).
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