7 Progetti di intaglio legno copiati passo passo: cosa ho imparato di veramente prezioso
Pubblicato il: 16 Aprile 2025
Tempo di lettura: 8 minuti

Ciao a tutti! Oggi vi porto dentro una sfida personale che mi sono lanciata qualche tempo fa e che mi ha fatto riflettere parecchio. Ho seguito passo passo 7 progetti di intaglio legno, e ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa di prezioso — anche quando sembrava non andare come previsto.
Ma quindi… fare una challenge ha davvero senso?
A sentire certe notizie, le “challenge” si sono guadagnate una reputazione piuttosto bruttina: imprese assurde, pericolose o semplicemente inutili. Ma come tutte le cose, anche le sfide hanno due facce. E dipende tutto da cosa sono veramente e come le affrontiamo.
Quella che ho iniziato io non mi è arrivata da nessuno, me la sono lanciata tra me e me. E forse questo è il primo aspetto positivo: la sfida con se stessi. Non ossessiva, ma utile per spronarsi e testare le proprie capacità, anche nella gestione dello stress!
Mi trovavo in un momento in cui avevo tempo da dedicare all’intaglio, ma nessuna idea brillante in mente, nessun progetto in vista. Il classico momento di latenza creativa. Mentre sistemavo il mio archivio di progetti, idee, video, libri, mi sono soffermata su uno dei miei preferiti: Quick Whittles di Sara Barraclough.
Questo libro è più di un manuale. È una raccolta di esperienze, consigli, dettagli tecnici, fotografie e intuizioni. Me lo sono sfogliato ben bene e lì mi è scattata la scintilla: perché non fare una sfida con me stessa e fare una cosa che non ho mai fatto prima, ovvero mettermi lì per bene e seguire punto punto, passo passo le indicazioni di questa bravissima woodcarver?
Come utilizzare al meglio i modelli stampabili per l’intaglio del legno
Un’aggiunta davvero utile che troverete nel libro sono anche i modelli da stampare e ritagliare, pensati per accompagnare ogni progetto. Alcuni di questi schemi hanno persino due viste (fronte e profilo) che aiutano tantissimo nella fase di sgrossatura, soprattutto per avere subito un riferimento chiaro sulle proporzioni. Sono strumenti utilissimi, in particolare se usate una sega a nastro.
Detto questo, se siete alle prime armi, potreste trovarli un po’ spiazzanti: il libro non spiega come utilizzarli e non mostra un vero procedimento passo passo su quel fronte.
Per questo ho deciso di allegare qui sotto ⬇️ un mio video short, preso da un altro progetto, dove spiego in modo semplice e veloce come usare queste due sagome. Potete tranquillamente stampare il modello e incollarlo direttamente sul blocco di legno, se preferite evitare di disegnarlo a mano come ho fatto io in questo video!
Le regole della sfida
Le regole che mi sono imposta erano poche ma chiare:
- Un oggetto alla volta, senza saltare avanti.
- Finire completamente (colore compreso) un pezzo prima di iniziare il successivo.
- Seguire le istruzioni del libro, passo passo, senza improvvisare.
Per rendere la cosa più appetitosa, ma senza che diventasse stressante o togliesse il gusto del momento, ho deciso di scegliere 7 soggetti dal libro e portarli a termine in 10 giorni. E così ho fatto! Ho copiato tutto. E nel farlo, ho imparato più di quanto mi aspettassi!
Impaziente di mettere le mani sul legno, riprendere il coltello in mano e farlo lavorare, sentire le fibre cedere sotto la lama, mi sono buttata a capofitto! E vi racconto soggetto per soggetto com’è andata!
Disclaimer:
Per ogni progetto mostrerò due immagini: una realizzata da me e una denominata “originale”, tratta dal libro Quick Whittles. Tutti i diritti relativi a quest’ultima immagine sono riservati all’editore Fox Chapel Publishing e all’autrice Sara Barraclough.
1
La capretta
(Mountain Goat)
Non so cosa mi attiri di questo soggetto ma appena l’ho vista mi ha conquistata subito! Sarà l’espressione pacifica ma furbetta, sarà la barbetta… non lo so, ma lei doveva essere la mia prima!
La prima grande difficoltà è stata rispettare le regole: leggere le istruzioni, guardare la foto e attenermi a ciò che diceva il libro. Durissimo! Perché sono abituata da anni a vedere nella mia testa e realizzarlo. Quando seguo un soggetto di altri, di solito guardo il risultato finale e ci arrivo a modo mio.
Ma volevo davvero imparare di nuovo, scoprire cose nuove, non restare nella mia comfort zone. In certi punti non ce l’ho fatta e ho ceduto a piccole variazioni, più per paura di rovinare il pezzo proprio alla fine o perché è difficilissimo non seguire le proprie abitudini.
Comunque è venuta bene e sono molto contenta. Ho seguito anche le indicazioni sul colore: non avevo esattamente quelli consigliati, ma ho fatto del mio meglio per avvicinarmi. Et voilà!
2.
Il maiale stiloso
(Stylish Piggy)
Nel mentre che proseguivo la sfida mi sono venute nuove idee, e quindi questo lo mettiamo come seconda cosa bella che viene dall’affrontare una sfida creativa!
l maialotto stiloso non mi ha dato particolari difficoltà. Stavo entrando nel ritmo del metodo, lasciandomi guidare dalle istruzioni più che dalla mia consuetudine.
E qui ho avuto un’importante conferma: la scelta del legno fa la differenza.
Per il maialino ho usato una porzione di ramo di tiglio. Nonostante mi ostini a usarli 🤦🏻♀️, da quel momento ho iniziato a sconsigliarli ovunque nei miei articoli. Se non stai facendo un confronto diretto, spesso non ti accorgi di quanto povero possa essere il risultato.
Mi sono spesso crucciata di non avere, magari, il coltello giusto, o non perfettamente ravvivata la lama, o di non usarlo bene, ma grazie anche a questa sfida ho capito chiaramente quanto conti semplicemente il legno.
Entrambi i soggetti sono in tiglio, ma il tiglio dei blocchetti è stagionato e selezionato con cura per dare il massimo. Il ramo, invece, ha mostrato tutte le sue debolezze: verso il centro, il legno è troppo giovane, le fibre si impastano e il taglio viene sporco.
Qui ho anche fatto una variazione sulla finitura, giusto per provare. Il soggetto identico aiuta a capire quale sta meglio. Non avevo dubbi che l’autrice avesse ragione a lasciarlo senza finitura, ma ora ne ho la prova: senza è meglio. Il colore resta più naturale e invitante, anche se scolorisce più facilmente. Addio finitura satinata! (almeno in questo genere di progetti!😉)
3.
Il bruco
(A Rather Moody Caterpillar)
Per testare ancora il discorso legno, qui ho scelto uno dei miei blocchetti migliori (sì, anche tra loro ci sono differenze, e spesso il prezzo le riflette… sigh! 😔).
Sto iniziando ad abituarmi davvero alle istruzioni, i miei automatismi si fanno da parte e il pezzo vola via liscio. Lo concludo in poco tempo. E si, i tagli sono nettamente migliori!
La lezione di questo pezzo? Anche seguendo tutto alla lettera, la mano personale si vede. Soprattutto negli occhi: dove lei è sicura, io esito. Rimangono belli, ma i suoi sono un’altra cosa. Forse amo i suoi soggetti perché sono vicini a tutto ciò che mi piace: cartoon, colori, ironia. Ma lei riesce sempre a dargli un’espressione unica, inimitabile, almeno per me.
4.
Babbo Natale
(Roly-Poly Santa)
Qui penso di essermi avvicinata il più possibile all’originale. Liscio, senza intoppi, ci assomiglia davvero. Ma il suo ha il brio del pezzo nato così, il mio è l’emblema della fatica di essere una copia.
Potrebbe sembrare un difetto. E lo è, per me, che sono eccessivamente puntigliosa e critica in tutto quel che faccio. Ma parlando con tante persone del settore mi sono consolata, ho capito che semplicemente, non sono fatta per copiare.
Quando ho scritto l’articolo sulla scuola austriaca d’intaglio, Stephan, uno dei proprietari, mi aveva spiegato che quella scuola era nata per formare gli “Schnitzmeister“, intagliatori esperti nel riprodurre fedelmente sapendo cogliere tutte le sfumature dell’intaglio originale. Una vera arte.
Li ho capito che quello non fa per me, che odio anche rifare due volte i miei stessi soggetti! E quindi io, mi sento più vicina al mondo fantasioso degli “Holzbildhauer“, quelli che creano soggetti propri. Ed ecco svelato un nuovo arcano!
5.
L’ippopotamo
(Happy Hippo)
Qui si riaffaccia la mia tendenza a deviare. Il soggetto ha una posizione classica, già fatta più volte. E ormai mi sto abituando anche al nuovo metodo, quindi perdo un po’ di attenzione e torno a fare “di testa mia”.
I tagli del naso li trovo intriganti ma difficili. Poi, il dettaglio super buffo degli occhi: uno piccolo, uno più grande. Firma inconfondibile dell’autrice mi da sempre un po’ di problemi. Comunque, il pezzo lo porto a casa!
6.
L’orsetto
(Clyde the Cuddly Bear)
Questo è il meno somigliante dell’intera challenge. Non sono riuscita a cogliere l’effetto “orsetto di pezza”. Preso da solo è carino, ma messi fianco a fianco sembrano solo vagamente parenti. Non hanno nemmeno la stessa espressione!
Non ho saputo alleggerire le giunture, specie testa-corpo. Non ho osato togliere materiale, mi sono fermata ben prima di lasciarmi andare, sono rimasta nella mia comfort zone.
Errore? Sì, se pensiamo che l’intento era entrare nella creatività di qualcun altro. Ma non è mai un errore provarci. E lui è qui, dolcissimo lo stesso!
7.
Il simpatico mostro
(Not-So-Scary Monster)
Ultimo soggetto della sfida. Volutamente tenuto per ultimo, perché dopo la capretta è il mio super preferito. Volevo chiudere in bellezza!
Di lui mi cattura l’espressione e l’apparente semplicità di esecuzione. Vediamo insieme com’è andata!
Cosa mi ha insegnato davvero questa sfida di intaglio legno
Una domanda può sorgere spontanea: copiare è dunque rubare? No, direi che copiare è imparare. Da qualche parte bisogna iniziare, e riprodurre un oggetto già reale è una comodità e un ottimo metro per capire su cosa dobbiamo concentrarci.
Viviamo in un’epoca in cui la creatività è spesso confusa con l’originalità a tutti i costi. Ma nella tradizione artigiana, copiare è una fase fondamentale. I falegnami, gli scultori, i pittori di un tempo imparavano replicando. Non c’è nulla di male nel fare proprio uno stile, un metodo, un gesto.
Seguire passo passo un progetto non significa nemmeno rinunciare a sé stessi. Significa allenarsi, assorbire, imparare come funziona qualcosa dall’interno. Ogni pezzo mi ha lasciato addosso un dettaglio, un’intuizione, un gesto nuovo.
Altri non sono riuscita a farli davvero miei, ma li ho comunque portati a termine a “modo mio”. E mi hanno lasciato qualcosa: la consapevolezza che spesso la vera sfida è superare la paura di sbagliare e lasciarsi andare.
E qui entra in gioco un’altra riflessione: chi siamo davvero, quando creiamo? Scoprire che ci sono copiatori e creatori può aiutare a capire dove ci sentiamo più a nostro agio, e va benissimo così: nessuno dei due è sbagliato o superiore all’altro.
Magari non ci avete mai pensato davvero, non avete mai osato, ma siete creatori dentro e lo capite solo quando copiare vi inizia a stare stretto. Oppure il contrario: vi sentite a vostro agio nel ripetere, perfezionare, rifare lo stesso soggetto fino ad arrivare a una copia perfetta, e vi soddisfa proprio quello.
Quindi il mio consiglio? Prendete un libro che amate, scegliete alcuni progetti e seguiteli alla lettera. Per copiare, per assorbire, per crescere. Per capire, per farvi venire nuove idee.
Non servono strumenti costosi. Non serve tempo infinito. Serve solo la voglia di imparare, un coltello ben affilato, e qualche pezzo di legno. È un percorso che si fa con le mani, con la testa, e con un po’ di cuore. E alla fine, se tutto va bene, ti ritrovi diverso. Più attento. Più presente. Più capace.
🎯 E ricordatevi: copiare sì, ma con etica. Se utilizzate un progetto di qualcun altro, citatelo. È un riconoscimento, è un grazie, è un gesto semplice ma importantissimo. E se non sapete di cosa sto parlando, schiacciate questo link e ve lo spiego meglio in un articolo dedicato!
Ciao al prossimo mese! Divertitevi e intagliate a più non posso!! ✨😘🤗
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