La Fiera di Sant’Orso:
1025 anni di arte e tradizione in legno

Pubblicato il: 15 Febbraio 2025
Tempo di lettura: 9 minuti

Manifesto pubblicitario della Fiera di Sant’Orso 2025 con grafiche dedicate all’artigianato e alla tradizione di Aosta.

Avete mai immaginato una ricorrenza millenaria che trasforma una città in una vetrina di straordinari oggetti intagliati in legno (e non solo!), espressione del talento di grandi artigiani? Beh, non serve immaginarla, perché esiste davvero! Ogni anno, ad Aosta (Ao), va in scena questa magia: la Fiera di Sant’Orso, che da 1025 anni celebra arte e tradizione. Ve ne avevo già accennato in un vecchio articolo (Intaglio del Legno in Valle d’Aosta: Rifugio Mont Fallere), ma oggi ve la racconto nei particolari!

Benvenuti nella magia della Fiera di Sant’Orso!

Ogni anno, il 30 e 31 gennaio, le vie del centro storico di Aosta si trasformano in un museo a cielo aperto. E’ “La Saint Ours” una fiera, ma non una fiera qualunque. Parliamo di un evento che ha più di mille anni di storia! Pensateci un attimo: mentre nel mondo accadevano guerre, rivoluzioni e cambiamenti epocali, gli artigiani valdostani erano lì, fedeli al loro appuntamento con la tradizione.

Le radici di questa fiera affondano nel Medioevo, ma studi recenti suggeriscono che una tradizione simile possa risalire addirittura a rituali pre-cristiani legati al ciclo delle stagioni. Attenendoci però alla sua origine ufficialmente riconosciuta, la storia della Fiera di Sant’Orso inizia nell’area antistante la “Collegiata” a lui dedicata.

Una Storia Radicata nella Generosità

Capitello scolpito con raffigurazioni di Sant’Orso nella Collegiata di Aosta, esempio di scultura medievale.

Si racconta che Orso, un sacerdote vissuto tra il V e il VI secolo, uomo di grande umiltà e generosità, fosse solito donare indumenti e sabot“, le tipiche calzature in legno, ai poveri per aiutarli a proteggersi dal freddo. Con il tempo, quel gesto di carità si è trasformato in una tradizione e, nei secoli, una fiera, che è diventata un grande evento dedicato all’artigianato locale, mantenendo viva la memoria di questo scambio solidale.

Documenti storici attestano l’esistenza della fiera già nel XIII secolo: un atto del 1243 stabilisce che si tenesse il 31 gennaio, dalle 8 del mattino fino al tramonto, lungo un percorso che si snodava dalla Porta Pretoria fino alla via di Sant’Orso. Ma la Fiera di Sant’Orso non è mai stata solo un mercato: è un’esperienza culturale che intreccia tradizione, creatività e convivialità, trasformando Aosta in un vivace palcoscenico dell’artigianato locale.

Un po’ di numeri…

Questo evento è organizzato dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta, in collaborazione con il Comune di Aosta e altre istituzioni locali. La fiera ormai, conta la partecipazione di oltre 1.000 espositori, tra hobbisti e professionisti, che presentano le loro opere lungo le strade del centro storico.

Nell’edizione del 2024, Piazza Chanoux ha registrato oltre 206.000 passaggi, con un incremento significativo rispetto agli anni precedenti. L’Atelier des Métiers, lo spazio riservato agli artigiani professionisti, ha accolto 22.050 visitatori.

Nel 2025, nonostante il maltempo, si è registrato un aumento di circa il 78% nell’arrivo di bus e veicoli, così come una crescita nelle visite agli stand al coperto. Un segnale chiaro che l’interesse per la Fiera di Sant’Orso non solo resiste alle difficoltà, ma continua a rafforzarsi anno dopo anno.

Le Opere e le Creazioni in Legno

Questa piccola regione, incastonata tra le montagne, oggi vive principalmente di turismo, ma un tempo erano l’agricoltura e l’allevamento a rappresentare le principali fonti di sostentamento. Con il ritmo della natura a dettare i tempi, l’inverno offriva una pausa dal lavoro nei campi, lasciando spazio alla creatività.

Così, generazione dopo generazione, si è iniziato a lavorare pelli, pietre, ferro, lana e soprattutto legno, sia per abbellire le case che per creare oggetti di uso quotidiano. Oggi, l’intaglio del legno è diventato il cuore pulsante della Valle d’Aosta e, naturalmente, della Fiera di Sant’Orso.

virgolette decorative aperte

Il Valore dell’Artigianato

Ci vogliono mesi per realizzare un manufatto artigianale. Ogni colpo di scalpello, ogni passaggio al tornio, ogni movimento d’intreccio richiede pazienza, precisione, cura per il dettaglio. Spesso, poi, il valore dell’opera non è dato solo dal processo di lavorazione, ma anche dalla storia del materiale scelto: può essere un albero colpito dal fulmine, un pezzo di legno fatto invecchiare per mezzo secolo, i resti di un’antica casa o di una miniera abbandonata…

Una delle obiezioni che più spesso vengono mosse agli artigiani è il prezzo elevato delle loro opere.

Come se secoli di sapere trasmesso e anni di faticoso esercizio non avessero valore.

Come se un oggetto unico, di cui esiste ed esisterà un solo esemplare in tutta la storia dell’umanità, non fosse inestimabile.

L’opera fatta a mano è come una persona: sfaccettata, unica e dotata di caratteristiche irripetibili.

Ecco perché non troverete due manufatti uguali tra loro: ciascuno è frutto di una lavorazione esclusiva, di un insieme di gesti e momenti che non torneranno mai più.

Logo ufficiale della Fiera di Sant’Orso, simbolo della storica manifestazione dedicata all’artigianato di Aosta.
virgolette decorative chiuse

Questa riflessione la condivido pienamente ed è più attuale che mai. Ogni opera artigianale non è solo un oggetto, ma il frutto di un sapere antico, di gesti affinati nel tempo e di un profondo rispetto per il materiale e la sua storia. Questo vale per ogni lavoro artigiano, ovunque e sempre: dietro ogni creazione c’è tempo, dedizione e maestria, e questo merita rispetto.

Passeggiando tra le bancarelle, questa consapevolezza prende forma. Qui non troverete produzioni in serie, ma oggetti che raccontano storie, che portano impressa l’impronta delle mani che li hanno creati, con dettagli unici che li rendono irripetibili. Alcuni pezzi sono diventati veri e propri simboli della Fiera di Sant’Orso e non mancano mai tra gli espositori: scopriamoli insieme!

I manufatti della tradizione

Ci sono oggetti che più di altri incarnano l’identità dell’artigianato valdostano e che, anno dopo anno, trovano sempre spazio sulle bancarelle della fiera.

  • Tra questi spiccano i sabot, le tradizionali calzature in legno nate nella Valle d’Ayas, un tempo indispensabili per proteggere i piedi dal freddo e dall’umidità. Non vi sembra di averle già viste da qualche parte? Come si dice, tutto il mondo è paese….! 😉
Zoccoli in legno intagliati a mano, tradizionali della Valle d’Ayas e simbolo della Fiera di Sant’Orso.
  • Immancabili sono anche le “grolle“, calici intagliati da legni pregiati e chiusi da un coperchio, simbolo di convivialità e condivisione, e le “coppe dell’amicizia“, recipienti con più beccucci pensati per bere insieme bevande calde secondo l’antica usanza locale.

Curiosità!

La grolla è un calice in legno, alto e slanciato, fatto al tornio in legno di noce o acero, tradizionalmente usato per bere il vino. Il suo nome deriva e richiama il celebre Graal, anche se la sua origine è più legata alla cultura alpina che alle leggende arturiane!

Diversa, ma altrettanto affascinante, è la coppa dell’amicizia, usata ancora oggi per servire il caffè alla valdostana. Questa bevanda calda è un mix di caffè, spezie e liquore, da gustare in compagnia.

La coppa è caratterizzata dalla presenza di più beccucci, uno per ogni commensale, e si segue un rituale preciso: si beve a turno, partendo dal più anziano in segno di rispetto, fino al più giovane.

La regola fondamentale è che la coppa non deve mai essere posata sul tavolo finché il liquido al suo interno non è stato completamente consumato!
Calici in legno torniti, tradizionali della Valle d’Aosta, esposti alla Fiera di Sant’Orso.

Le grolle – Foto di Courmayeur Mont Blanc

Coppe dell’amicizia in legno, usate per il tradizionale caffè valdostano.

Le coppe dell’amicizia – foto di L’artisana

  • Un altro elemento caratteristico è il “tatà“, il tradizionale giocattolo in legno con cui un tempo giocavano i bambini. Solitamente intagliato a forma di cavallino o di mucca e montato su ruote, il tatà veniva realizzato a mano dai nonni o dagli artigiani locali. Oltre a essere un oggetto carico di nostalgia, rappresenta la semplicità e l’ingegno, unendo funzionalità e creatività in un piccolo capolavoro senza tempo.
Tatà in legno intagliato a mano, il classico giocattolo su ruote della tradizione valdostana.
I classici tatà – foto di proprietà di ennio_da_canal
  • Non possono poi mancare gli utensili domestici, come cucchiai, scodelle e taglieri, realizzati a mano con grande cura, né le sculture e i mobili intagliati, che spaziano da figure religiose a complementi d’arredo decorati con motivi tradizionali.

Aneddoti e Curiosità sulla Fiera di Sant’Orso

Se c’è una cosa che rende la Fiera di Sant’Orso speciale, è il suo legame con le tradizioni più profonde della Valle d’Aosta. Ogni anno, tra bancarelle, sculture in legno e l’inconfondibile profumo di vin brûlé, si riscoprono storie affascinanti e piccoli rituali che rendono questo evento unico. Ma c’è qualcosa di ancora più bello: qui non c’è concorrenza, solo amicizia.

Chi osserva con attenzione si accorge subito che gli espositori si conoscono tutti, si scambiano sorrisi e battute in dialetto, il patois, e si fermano a chiacchierare come vecchi amici. Non sono semplici artigiani, ma persone fiere della loro arte e del loro essere valdostani, legati da una passione che li unisce più di qualsiasi competizione.

Certo, i turisti riempiono le strade, rendendo l’evento più caotico, ma sotto la superficie si respira ancora un’atmosfera familiare e calorosa. E la vera essenza della Fiera emerge soprattutto nella “Notte della Veillà” (tra il 30 e il 31), quando le vie si accendono di luci, canti, balli e si mangiano prodotti tipici brindando alla tradizione, alla terra e, soprattutto, alla compagnia.

Qui non si tratta solo di vendere: Sant’Orso è una festa, un ritrovo, un pezzo di identità condivisa. E, come ogni evento profondamente radicato nella storia, non mancano i rituali antichi, tramandati nel tempo, spesso avvolti da un’aura di superstizione, come:

  • Il “Musset” della Collegiata

Sotto l’altare della Chiesa di Sant’Orso esiste un passaggio angusto, noto come “musset”. Ogni 1º febbraio, i fedeli lo attraversano in segno di devozione, chiedendo al santo protezione dai dolori alla schiena e fertilità. Un gesto antico, quasi un piccolo rito iniziatico, che lega il sacro alla vita quotidiana della comunità.

  • Il Galletto Intagliato

Un oggetto che non passa mai di moda e che si trova in quasi tutte le bancarelle è il galletto intagliato. Ogni artigiano lo realizza con il proprio stile, ma la forma rimane riconoscibile: compatta, ben definita, con il petto in fuori e la cresta pronunciata. Considerato un vero portafortuna, è tra gli acquisti più gettonati, rimane da sempre perfetto sia come ricordo che come regalo simbolico di fierezza e protezione.

Scultura in legno di un galletto intagliato a mano con dettagli raffinati, simbolo della Fiera di Sant’Orso.
  • Il Ciondolo della Fiera

Ogni anno, un artigiano diverso ha l’onore e la responsabilità di creare il ciondolo commemorativo della Fiera di Sant’Orso, un simbolo apprezzato da visitatori e collezionisti. È un compito di grande prestigio, ma anche una sfida, perché richiede la produzione di migliaia di pezzi, tutti realizzati a mano.

L’edizione di quest’anno è firmata da Aldo Andres Villegas Castiglioni, che ha intagliato ben 5000 sapei”, la tipica calzatura valdostana in legno e cuoio usata nei mesi estivi.

Ciondolo della Fiera di Sant’Orso 2025 in legno intagliato a mano, raffigurante il tradizionale sapei valdostano.
Il ciondolo 2025 – Foto di Lecuir.Andres

Nel cuore della Fiera, in Piazza Chanoux, c’è poi uno spazio coperto che non passa inosservato: l’Atelier des Métiers. Qui espongono solo i migliori artigiani, coloro che hanno trasformato la loro arte in una vera professione. Non è solo una vetrina prestigiosa, ma il riconoscimento di un percorso fatto di talento, esperienza e dedizione.

Chi arriva qui non è più un semplice appassionato, ma un professionista affermato. Le loro opere non si trovano solo sulle bancarelle della Fiera, ma finiscono nelle mani di collezionisti, musei e intenditori. Ogni pezzo racchiude anni di studio e ricerca, mescolando tecniche tradizionali e attenzione alla qualità. Essere selezionati per l’Atelier des Métiers non è solo un traguardo, ma la conferma di far parte dell’élite dell’artigianato valdostano.

Tradizione e futuro: dove sta andando la fiera?

Anche una fiera millenaria deve stare al passo con i tempi. Qui la parola “tradizione” è di casa, e giustamente: i valdostani la custodiscono con orgoglio. Ma la Fiera di Sant’Orso non è sopravvissuta per oltre mille anni solo perché ha rispettato le radici, ma perché ha saputo adattarsi, cambiare, accogliere nuove idee senza perdere la propria anima.

E infatti, basta guardarsi attorno: tra gli espositori non ci sono solo nomi storici, ma anche giovani artigiani che sperimentano design contemporanei, nuove tecniche e materiali inediti. Un equilibrio perfetto tra il passato e il futuro.

Ma innovare non significa perdere l’identità, significa darle nuova vita. Camminando tra gli stand, lo si vede chiaramente: accanto ai lavori più classici spuntano pezzi dal design essenziale, accostamenti di materiali inediti, dettagli contemporanei. Non mancano sperimentazioni che parlano di sostenibilità: legno antico, materiali di recupero, idee brillanti che danno nuova dignità a ciò che sembrava destinato a scomparire.

E la cosa più sorprendente? C’è davvero spazio per tutti i gusti. Dal fascino intramontabile delle lavorazioni tradizionali alle forme più moderne e minimaliste, dalle creazioni eleganti a quelle più ironiche e giocose. Qualunque sia il tuo stile, qui troverai qualcosa che ti farà fermare, sorridere e, magari, portare a casa un pezzo unico.

E il cambiamento non riguarda solo gli oggetti, ma anche l’esperienza stessa della Fiera. Oggi puoi cercare i tuoi espositori preferiti direttamente dallo smartphone, grazie alla geolocalizzazione, oppure metterti in contatto con loro via email o WhatsApp per scoprire dove si trovano i loro laboratori durante l’anno. Un legame che non si esaurisce nei due giorni dell’evento, ma che continua ben oltre.

Se vuoi vivere questa esperienza unica, consulta le fonti ufficiali per organizzarti al meglio e non perdere l’edizione del prossimo anno!

Un’esperienza da non perdere

Come avrete ormai capito, se amate il legno, la storia, le tradizioni autentiche e le atmosfere magiche, la Fiera di Sant’Orso è un appuntamento imperdibile! Un luogo dove il tempo sembra rallentare, dove ogni oggetto racconta una storia e dove l’inverno valdostano si illumina di creatività e passione.

Esserci significa viverla fino in fondo, lasciarsi avvolgere dall’atmosfera, scoprire, imparare e ispirarsi. Per esempio, uno degli abbinamenti che più mi ha colpito è quello tra legno e pietra ollare, la tipica pietra valdostana, usata da secoli per scolpire e realizzare oggetti resistenti e affascinanti.

Miniatura artigianale di una casa valdostana realizzata in legno e pietra ollare da un artista della Fiera di Sant’Orso.
Foto e realizzazione di eteilaartigianato

Io mi sono concentrata a parlarvi di legno ma qui l’artigianato si esprime in tantissime forme: dalla scultura in pietra alla lavorazione del metallo, alla creazione di oggetti in cuoio. E ancora: stoffe e tessitura tradizionale di tessuti lavorati a telaio, e la lavorazione della lana, che trasforma il vello delle pecore locali in capi e accessori caldi e autentici. Nessuno si può annoiare!

Aosta non è solo Fiera, è storia, archeologia, mistero e scoperta. È anche sport e natura, un mix incredibile che la rende unica e tutta da vivere. Ogni angolo racconta qualcosa, dalle vestigia romane alle imponenti montagne che la circondano, fino alle tradizioni che si respirano ancora oggi nelle sue strade.

Se ti è venuta voglia di viverla di persona, ecco qualche link utile per organizzarti al meglio.

Io ci sarò anche il prossimo anno, e tu? Se ami il legno, l’artigianato e l’atmosfera unica delle feste di montagna, la Fiera di Sant’Orso vale ogni chilometro di viaggio.

Nell’attesa della prossima edizione, ho preparato un video: un piccolo assaggio di questa straordinaria fiera 2025, con immagini delle bancarelle, delle creazioni degli artigiani e dell’atmosfera che si respira tra le vie di Aosta. Buona visione e… ci vediamo alla prossima Fiera! e tra un mese con il prossimo articolo! Ciao

E’ un silent video!

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